INTELLIGENZA ARTIFICIALE: UNA MINACCIA O UNO STIMOLO A CRESCERE?

Dopo diversi decenni in cui, grazie alle migliorate condizioni di alimentazione e di istruzione, si è registrato un costante incremento dell’intelligenza espressa della popolazione occidentale. Da quasi 20 anni pare che questa tendenza si sia invertita, e le stesse prove che misurano il rendimento o meglio, il profitto scolastico generale, puntano verso il basso in modo inquietante. Tra le cause a cui viene attribuito tale andamento, ricordiamo la decadenza dello stesso livello qualitativo della scuola, nonchè l’effetto delle tecnologie informatiche e in particolare del piccolo schermo, del computer, della  PlayStation, del cellulare, del gps e così via. Questi  ultimi paiono impigrire quindi, in un certo senso, atrofizzare  le capacità cognitive e le relative reti neurali  che le rendono possibili. C’è chi indica tra i responsabili anche certi additivi, coloranti,  dolcificanti e porcherie varie  presenti nelle bevande e nei cibi soprattutto per i fanciulli. Secondo alcuni esperti, il quoziente di intelligenza espresso dalla nostra popolazione scolastica si attesta oggi intorno al 94, ma la proiezione è al ribasso, sotto l’80. Purtroppo, di questo passo, in pochi anni ci ritroveremo una società di deboli di mente, come quella descritta nel film più tragico che comico Idiocracy. A questo si aggiunge l’imponente fenomeno dell’analfabetismo di ritorno, ossia di persone che, pur avendo imparato a leggere e scrivere durante il percorso scolastico, poi disimparano. Sta di fatto che solo il 47% degli italiani è oggi in grado di capire un articolo di giornale non complesso.

Intelligenza articificia e decadenza umana

Di fronte a questo inquietante processo di declino intellettivo dell’uomo e della società nel suo insieme, abbiamo l’impressionante e fulmineo ascendere delle capacità elaborative dai sistemi informatici, cioè la cosiddetta intelligenza artificiale. Sia Stephen Hawking che Elon Musk hanno indicato l’intelligenza artificiale come una gravissima e concreta minaccia al genere umano perché presto le reti informatiche ci supereranno in capacità intellettiva e già ora dispongono, e sono in grado di elaborare pressoché istantaneamente, tutta la conoscenza disponibile, anche su di noi, sui nostri profili comportamentali, sanitari, bancari eccetera.

Giornali riportano anche di un robot che ha attaccato un essere umano. Un fatto avvenuto due anni fa, di conseguenza, chissà quanta altra strada è stata fatta nel frattempo.

Un ingegnere della Tesla stava lavorando a tre robot. Due di questi spenti e uno attivo. Il dipendente non se ne accorge e, mentre è impegnato alla manutenzione dei macchinari, il robot attivo lo immobilizza contro un muro e lo ferisce a schiena e ad un braccio. L’uomo riesce a liberarsi dalla morsa del robot solo grazie all’intervento di un collega che preme il pulsante di emergenza e spegne il robot. Tutto è bene quel che finisce bene… Nonostante l’accaduto, alcuni argomentano dicendo che il pericolo non sussiste perché questi software mancano di due cose fondamentali per poter prendere un’iniziativa di ricerca del potere: mancano della volontà e mancano dell’autocoscienza, cioè di un io, ed inoltre sono in grado di compiere soltanto operazioni per cui sono stati programmati, quindi non hanno alcuna iniziativa nello sviluppo delle facoltà cognitive.

Personalmente non credo che queste considerazioni siano sufficienti per rassicurarci, sarebbe più opportuno difendersi cercando di arrestare il declino cognitivo generale, soprattutto quello dei giovani, e magari porre l’attenzione per risvegliare e sviluppare al massimo le proprie facoltà psichiche e spirituali che il software non può possedere,  né tantomeno può acquisire.

Se vogliamo fare ciò, dobbiamo seguire l’esempio e gli insegnamenti di coloro che a queste realizzazioni si sono dedicati in modo sistematico, sviluppando metodi scientifici e verificabili. Dobbiamo innanzitutto mettere il nostro apparato psicofisico nelle condizioni migliori di operatività e ricettività, e questo lo possiamo ottenere attraverso determinate discipline che costituiscono la base dell’insegnamento e della pratica del Pranic Healing & Arhatic Yoga.

www.corsipranichealing.it

Si tratta di eseguire, e prima di tutto di imparare ad eseguire, un’accurata e sistematica pulizia ed energizzazione fisica e psichica dei punti energetici presenti nei nostri corpi e dei relativi canali di collegamento attraverso tecniche e modalità ben precise alle quali affiancare anche una corretta alimentazione e corrette relazioni interpersonali: tutto è energia, perciò dobbiamo fare attenzione anche a quello che ingeriamo e con chi ci relazioniamo.

Oltre alla purificazione del corpo psico-fisico, si lavora al risveglio e al potenziamento di facoltà tramite meditazioni ben precise ed esercizi yogici. Il programma è ben strutturato e completo, nella pagina si possono leggere i vari step del lavoro www.corsipranichealing.it sezione pranic healing.

La costruzione finale sarà un essere umano molto più centrato, completo e dotato di capacità precluse al computer. Insomma, l’intelligenza artificiale può essere vista sia come una minaccia, che come una sfida a crescere e a realizzarci oltre i limiti che l’uomo medio si pone nel pensiero abituale. Una sfida a liberarci dai vincoli delle abitudini meccaniche.