COMPRENSIONE , PURIFICAZIONE E “REDENZIONE”

L’operatore olistico dovrebbe essere quello aperto ad una comprensione a 360 gradi della realtà umana e naturale e anche all’uso a 360 gradi delle risorse disponibili, in un quadro che collega tutti gli elementi anziché suddividerli in compartimenti, poco o nulla integrati, come fa l’approccio convenzionale e commerciale.

Però vedo molti operatori olistici che applicano tecniche in sé stesse valide, ma con una efficacia settoriale, non idonea a coprire i 360 gradi, tanto nella fase di analisi e comprensione del problema, quanto in quella del suo vero e proprio trattamento e ancor prima nella comprensione di insieme, organica, cioè propriamente olistica, del microcosmo e del macrocosmo. Ad esempio, abbiamo tecniche molto potenti che però, se applicate senza una precisa individuazione e comprensione del “bersaglio”, oppure senza un’adeguata preparazione del contesto e della persona (dell’operatore come pure del cliente), producono risultati deboli e con effetti indesiderati anche importanti.

Nella Scuola di Pranic healing &  Arhatic Yoga io,  che venivo da una pratica di pranoterapia naturale pluriennale, ho trovato tutto quanto serve allo scopo sopra indicato: una teoria veramente completa ed olistica e veramente verificabile dell’uomo e della natura, delle energie e delle capacità percettive, dei vari corpi sottili di cui si compone l’uomo, delle sue tendenze evolutive ed involutive, degli aiuti a cui possiamo attingere, anche oltre la dimensione umana. Ho trovato insegnamenti validi anche per la preparazione e per il miglioramento di me stessa, per l’affinamento delle capacità e la prevenzione degli effetti di ritorno. Ho trovato un strumentario completo e ordinato di metodi di percezione, interpretazione e trattamento, che copre praticamente tutte le possibili occorrenze e, in sintesi, ho trovato anche che molti di quelli che vengono intesi come sintomi di malattia, soprattutto nei corpi più sottili, sono invece da riconoscere e da approcciare come “incagli” del processo evolutivo in cui l’uomo e tutti gli esseri senzienti tendono a progredire così ho superato anche il cliché culturale dominante della malattia come qualcosa che colpisce l’uomo dall’esterno e che va combattuta come un corpo estraneo anziché risolta mediante una ricanalizzazione finalistica. Pertanto, posso consigliare, dopo oltre dieci anni di pratica,  studio ed esercizio costanti, di avvicinarsi al Pranic healing & Arhatic Yoga.

Portare i sensi che solitamente si utilizzano sul piano fisico, anche sui corpi sottili, approfondire le proprie conoscenze con continui studi, perché l’istruttore dev’essere un eterno studente, conoscere e comprendere compiti e funzioni dei corpi sottili, sono tutti passaggi fondamentali nel percorso di crescita di un operatore olistico. Comprendere i movimenti che le energie fanno quando ci si ammala, quando si guarisce e quando si muore. Comprendere che il lasciare il corpo è altrettanto importante che il vivere una vita, e le modalità in cui avviene, in cui la morte si verifica, influenzano il percorso della nostra anima.

Quando il corpo fisico defunge, passa, in forma latente, in quello astrale e, quando il corpo astrale defunge, passa in forma latente in quello mentale, e quando quello mentale defunge, passa in forma latente in quello causale.

Quando l’ego superiore si svolge verso l’esterno e fa ripartire il processo di incarnazione, si risvegliano, dapprima, il corpo mentale, poi quello astrale, quello eterico ed infine quello fisico. Quello causale e quello mentale non hanno vizi, non hanno semi di male, a differenza di quelli astrale, eterico e fisico che li hanno ancora in sé; quindi, durante la successiva reincarnazione questi vizi vengono riattivati. Proprio per questo è importantissimo, durante la vita incarnata, liberare il corpo eterico ed astrale dai suoi vizi purificandolo, solo in questo modo non li ritroveremo viziati dal male, al momento della rinascita. Sapevate che l’idea di peccato originale nasce proprio da questo?