La bacchetta magica e la scorciatoia: un insidioso trabocchetto

Molti insegnanti di discipline della stessa area del Pranic Healing & Arhatic Yoga riscontrano un problema: alcuni studenti partecipano al primo corso, poi al secondo, poi partecipano al corso successivo, ma tra l’uno e l’altro non praticano e non studiano. Magari capita loro di ammalarsi, di infortunarsi, di star male per qualche motivo ma non applicano a sé stessi le tecniche che hanno imparato, attendono che qualcun altro ci pensi.

Cercando le origini di questo irrazionale comportamento, abbiamo trovato che molti di questi studenti si avvicinano a scuole come la nostra con l’aspettativa di ricevere una bacchetta magica in stile Harry Potter o una formula per un incantesimo che in brevissimo tempo e soprattutto senza impegno di autotrasformazione e autocoltivazione, li metta in grado di operare cose portentose e così vagano di scuola in scuola, seguendo le promesse pubblicitarie. Queste persone evidentemente non hanno inquadrato che la nostra scuola, come qualsiasi altra seria scuola di questo genere, è innanzitutto un percorso di autotrasformazione e autocoltivazione. Le facoltà ambite si ottengono attraverso un lavoro continuo che permette allo studente di progredire, prima ancora che attraverso l’applicazione di una tecnica appresa meccanicamente. Le tecniche funzionano ma devono essere applicate su sé stessi, poi sul cliente, un lavoro di rimozione di determinate caratteristiche psichiche, non può funzionare se nel terapeuta sono ancora presenti quei disagi, non sarà in grado di estrarli. I risultati dipendono dal livello di energie sottili presente nel terapeuta, dalla sua pulizia energetica, dal livello di conduttività e ricettività, dalla costruzione del carattere e da molti altri fattori che chi è nel percorso conosce, il resto sono solo chiacchere di venditori più o meno abili.

Il Character Building, la costruzione del carattere, è una componente estremamente importante nel percorso, al pari delle meditazioni, se non siamo in grado di dominare i nostri pensieri, le nostre emozioni, i nostri sentimenti, non possiamo pensare di raggiungere risultati strabilianti. I Grandi Maestri, i Grandi Siddha, sono persone che hanno compiuto grandi esercizi, grandi ascesi con grande costanza. 

L’esempio della chiesa cattolica può aver contribuito al suddetto atteggiamento, il fedele va a messa la domenica e poi fino alla domenica dopo non coltiva quasi mai il proprio spirito. Oppure riceve un sacramento, e il sacramento ha un’efficacia automatica, che non dipende dal successivo comportamento del fedele, tranne che per la penitenza nel sacramento della confessione. Da questi atteggiamenti, possiamo vedere la continua ricerca a corsi sempre più fantasiosi che rilasciano certificati con i quali tappezzare la sala per poter attirare clienti allocchi ed autocompiacersi del nuovo inutile risultato.

In Scuole come la nostra, riceviamo insegnamenti che possiamo ritenere iniziatici in quanto alle tecniche che via via ci vengono rivelate, con le quali dobbiamo lavorare su di noi, modifichiamo le nostre strutture energetiche.

Nel Faust di Goethe a un certo punto, nell’antro della strega che sta preparando un complicato e macchinoso filtro magico per donare a Faust la giovinezza, Faust chiede a Mefistofele se non si potrebbe fare a meno di tutte queste complicazioni, se Mefistofele stesso non potrebbe semplicemente e direttamente ringiovanirlo con i suoi poteri. Mefistofele gli risponde: “Non bastano l’arte e la scienza, per farlo ci vuole pazienza”.

E’ umanamente comprensibile che si cerchi la scorciatoia. C’è tutta una cultura popolare sull’aspettativa della scorciatoia, del colpo di fortuna che ti risolve i problemi economici e ti rende famoso. Questa cultura si incarna nei quiz televisivi, che appassionano milioni e milioni di spettatori. Effettivamente, qualcuno riesce ad avere successo in queste cose, ma contare su questo tipo di successo è irrealistico e al contempo diseducativo perché allontana dall’impegno serio e costruttivo nella formazione e nel lavoro. 

In discipline come la nostra, la scorciatoia non esiste e non può esistere, proprio perché tutto passa per il lavoro su sé stessi e sulla nostra connessione con la nostra anima superiore, sul lavoro su tutti i corpi, bisogna costruire l’intera filiera dello spirito, non limitarsi, per esempio, ad esercizi mentali, o a pratiche limitate al piano fisico. Ci vogliono completezza e bilanciamento. Aggiungo inoltre che è nocivo, se non addirittura pericoloso acquisire certi poteri senza aver prima purificato, espanso e consolidato i nostri vari corpi: se li facciamo attraversare da potenti energie senza adeguata preparazione, ne deriverebbe quantomeno uno sbilanciamento profondo, e probabilmente anche qualche serio danno.

Scritto questo, invito tutti, me compresa, a tenere sempre a mente quanto sopra, e a leggere le vite dei Grandi Maestri che hanno impiegato decenni per acquisire le loro facoltà, praticando austerità molto spinte, mentre a noi viene dato di raggiungere i nostri obiettivi in pochi anni e senza rinunciare alla vita nel mondo, facendo la nostra parte con metodo e diligenza.

Giovanna Scapin